Il Rural Food Festival promuove il Cibo come valore identitario e culturale del territorio
di Marilia Argentino
Se il cibo è parte integrante del patrimonio culturale italiano, ma soprattutto dell’immagine del nostro Paese nel mondo, il turismo rurale e quello a sfondo enogastronomico, fenomeni sociali in continua crescita, rappresenteranno tendenze sempre più innovative e di forte carattere culturale, prima che economico.
Questo il punto di partenza del focus trattato nell’interessante convegno “Il cibo valore identitario e culturale del territorio”, tenutosi a Castrovillari nel corso della prima edizione del Rural Food Festival, meeting culturale promosso per valorizzare la cultura alimentare della Calabria e del Pollino in particolare.
In una congiuntura economica resa incerta dalla pandemia Covid, l’intuizione degli organizzatori di puntare sul turismo del cibo e della cultura rurale ha significato puntare sulle vere certezze di un’area ricca come quella del Pollino: il Parco più grande d’Italia e Geoparco UNESCO, con il suo territorio, i suoi prodotti, le attività e la popolazione con la sua storia.
Fattori che si valorizzano reciprocamente nelle identità locali, nelle produzioni territoriali (agroalimentari, enogastronomiche, artigianali, artistiche), nella cultura, nella storia, nelle tradizioni e nelle loro evocazioni.
E proprio nella prima giornata del festival, organizzato dal Comune di Castrovillari con il contributo economico della Regione Calabria e il patrocinio del Parco Nazionale del Pollino e del GAL Pollino Sviluppo, sul tema della valorizzazione dell’identità alimentare del territorio si sono confrontati i principali partner pubblici della manifestazione, con la partecipazione di esperti del settore.
Un interessante talk moderato dal giornalista e direttore dell’Accademia Nazionale Italiana Tradizioni Alimentari, Valerio Caparelli, che da esperto di comunicazione e marketing territoriale ha stimolato il dibattito coinvolgendo innanzitutto il Sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, e il suo Assessore al Turismo, Ernesto Bello, principali fautori del progetto Castrovillari Città Festival, sull’idea di includere questo importante evento sul tema della ruralità e delle eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche, peraltro esaltate nella strategia di sviluppo proposta nel costituente Distretto del Cibo, all’interno di quella fortunata sequenza di eventi pianificati con successo lungo tutto l’anno, che farà di Castrovillari la Capitale del Pollino e il principale riferimento del Meridione d’Italia con i suoi festival e la sua visione strategica di diversificazione dell’offerta turistica.
Visioni di promozione e sviluppo rilanciate dall’intervento del Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, che ha ribadito il concetto di un territorio che presenta innanzitutto un cuore verde e un’identità distintiva ancora tutta da scoprire, fatta di prodotti della terra, di ricchezze naturali e paesaggistiche di inestimabile pregio e valore: un’area, quella del Parco, di grande interesse turistico, dotata di un consistente patrimonio di ricchezze storiche e culturali, promosse come importanti fattori di memoria e crescita.
Nel dibattito si sono susseguite analisi di settore e interessanti spunti operativi da parte dei responsabili territoriali di Cia e Coldiretti, Giovanni Fazio e Giuseppe Gigliotti, e da rappresentanti di alcuni organismi associativi di promozione e tutela della filiera agroalimentare: Gennaro Convertini, Presidente dell’Enoteca Regionale Calabria; Eugenio Muzzillo, Presidente dei Vignaioli Artigiani di Cosenza; Pierluigi Aceti, Presidente del Movimento Turismo del Vino Calabria; Francesco Brogna, consigliere del Movimento Turismo dell’Olio Calabria; Giovanni Gagliardi, promotore e ambasciatore di Catasta Pollino; Andrea Casaleno e Teresa Maradei, rispettivamente fiduciari delle Condotte Slow Food “Magna Graecia – Pollino” e della neo nata “Valle del Mercure – Pollino”.
Da questo primo momento di dibattito sui temi promossi dal Rural Food Festival è emerso come in futuro il patrimonio enogastronomico assumerà sempre più un valore centrale rispetto allo sviluppo dei territori e, per come emerge dalle più recenti analisi di previsione rispetto alle tendenze dei prossimi anni, quanto i viaggiatori saranno sempre più alla ricerca di esperienze coinvolgenti, spinti fortemente dalla curiosità e dal desiderio di conoscenza per la cultura e la tradizione, oltre l’attenzione all’autenticità, alla sostenibilità, agli ambienti naturalistici e al benessere.