Whistleblower, eroi della società moderna?
Una volta si chiamava “dilemma etico” oggi “labirinto del denunciante”. A quante cose deve pensare chi assiste o viene a conoscenza di un illecito, per ragioni di lavoro, prima di decidere di denunciare?
Troppe sicuramente. Una su tutte, quella più attuale è: Sarò veramente tutelato? o Chi è tenuto ad indagare lo farà veramente?; Ha detto bene quel collega che mi ha suggerito: “lascia stare, fatti i fatti tuoi, quella cosa la sanno già tutti da anni”?; Il RPCT è coinvolto?; E se denunciassi all’esterno e divulgassero il mio nome…?; Se mi dovessero portare in causa con quali soldi mi difenderei? Le prove della corruzione sono chiuse a chiave nella stanza del dirigente e tardando potrebbero sparire, ma io non posso indagare…; Se dovessi subire ritorsioni o venire licenziato? L’identikit del segnalante è presto fatto è una persona di spiccato valore morale ed etico che nonostante si ponga queste ed altre domande, senza avere alcuna certezza, salvo quella, più plausibile, ovvero di rimetterci personalmente, decide ugualmente di denunciare.
Chi segnala decide da solo, con la tremenda consapevolezza che rimarrà solo e la disperazione d’aver messo in gioco la propria vita per niente. In Italia non devono cambiare solo le Leggi, ma la mentalità, la cultura. Siamo ancora al “Se ti fai i fatti tuoi campi cent’anni”. Il wb è una persona, che pur sapendo quanto è caldo “l’inferno” decide di entrarci ugualmente. E se non siete ancora convinti fate questo tentativo, chiedete ad un whistleblower “Tornando indietro lo rifaresti di nuovo?” Vi sentirete rispondere sempre di si. Per questi ed altri motivi, i whistleblower non possono che essere considerati alla stregua di eroi della società moderna.
di Giorgio Durante