Calabria: Scambi e ricatti, in cambio di incarichi, e poi appalti ed altro.

Dalla Lombardia alla Calabria, la questione morale torna prepotentemente alla ribalta, alcune volte ci vuole il buonsenso di prendere atto che qualcosa non va, che il sistema della corruzione ha pervaso al di la di ogni ragionevole dubbio, ogni ganglo della politica nazionale. Le responsabilità dei singoli sarà accertata dalla magistratura, la responsabilità morale invece ricade sull’intera classe politica italiana, ormai casta, ormai consociata, ormai certamente collusa. Nei prossimi giorni ci inonderanno di comunicati che ci ricordano, che la maggior parte delle inchieste finiscono nel nulla di fatto, che la giustizia italiana ha come principio la presunzione di innocenza, ed altre amenità del genere. Quello che non dicono mai e che molti processi ai politici finiscono chissà perché in prescrizione e che molti altri vedono magistrati partire ed altri arrivare con la finalità di aggiustare i processi stessi. Ne sa Qualcosa de Magistris al quale alla fine hanno dovuto dargli ragione, ma ormai i polli erano tutti fuori dal pollaio, una classica vittoria di Pirro. Ma non sarà la via giudiziaria a mettere ordine alla vita politica italiana, ma dovrà essere un colpo di reni della stessa politica che a questo punto non ha altra scelta che rinnovarsi e rigenerarsi, di fare scelte popolari e si decida di mettere fuori coloro che vedono la carriera politica come un modo facile per ottenere vantaggi personali. Credo siano sinceri Oliverio, Occhiuto e Incarnato, quando affermano che ciò che la procura considera reato per loro è normale attività e confronto politico, hanno perfettamente ragione, la politica in Calabria si è sempre fatta così, ricatti e scambi di piaceri alla fine loro in un modo o nell’altro avevano sempre modo di rimanere in sella e trarne utilità per se stessi ed i propri congiunti.