Il cassetto d’oro e la sanità a pezzi. Nessuno – trasversalmente e ad ogni livello – osi chiamarsi fuori da responsabilità gravissime .

di Sandro Scalercio

Come è’ stato possibile tenere 99 milioni di euro fermi in un cassetto senza che nessuno li utilizzasse e nessuno si accorgesse che non erano stati effettivamente destinati a misure preventive necessarie ed urgenti?
Non è facile stare dinnanzi agli accadimenti di questi giorni senza provare una grande amarezza ed anche stupore per la superficialità, l’inconsistenza e l’incompetenza manifestate dagli organi Istituzionali. La ratio ci dice che nella nostra Regione l’emergenza provocata da questa seconda ondata pandemica, poteva essere affrontata e gestita in modo efficiente, se solo fossero stati messi in campo le azioni e i provvedimenti sottoscritti da tutti gli enti in campo in modo puntuale e veloce, e soprattutto con il necessario spirito di servizio. Qui siamo in presenza di un’assoluta mancanza di cultura istituzionale della rappresentanza condita da una vera e propria sciatteria dei protagonisti. Sono stati stanziati 99 milioni di euro per provvedere a finanziare un piano covid con l’assunzione di personale sanitario, e per l’ampliamento dei posti letto specifici di altre 400 unità, con un mandato del Governo nazionale, per la sua realizzazione, ad un Commissario che in una intervista confessa in pratica di non esserne al corrente!? Bisognerebbe istituire immediatamente il reato della vergogna per la mortificazione recata ad un’intera Regione di circa un milione e settecentomila cittadini che sono stati di nuovo privati del diritto alla mobilità. La cosa più grave però è il danno provocato proprio a quel diritto alla salute per il quale stiamo sacrificando parte delle nostre libertà fondamentali: Ospedali in tilt, operatori sotto stress, pazienti covid che non ricevono la cura con la necessaria tempestività ed efficienza, pazienti con altre patologie costretti a rimandare visite di controllo, o interventi chirurgici, la prevenzione diventata impossibile, Asp e Usl che fanno fatica a processare i tamponi con file che diventano assembramenti; chi pagherà il conto salato di tutto questo che si conterà anche in vite umane? Chiediamo risposte e vogliamo chiarezza! Come è stato possibile che in 7 mesi il Commissario Cotticelli non si sia reso edotto delle sue responsabilità? E il Governo Nazionale e quello Regionale dove stavano? Non dimentichiamo che il primo ne aveva respinto le dimissioni e lo aveva appena riconfermato ed il secondo ne aveva legittimato le capacità e competenze a marzo. Come hanno potuto non accorgersi che in Calabria si era rimasti sostanzialmente immobili rispetto all’efficientamento di una Sanità che tra l’altro sono 20 anni che è in affanno e piena di inefficienze? Chi doveva controllare il controllore? Nessuno purtroppo se ne può lavare le mani. Chiediamo inoltre agli organi preposti un’indagine che faccia chiarezza sulle responsabilità e su eventuali profili di colpa.