La salute dei calabresi inizia a tavola.

di Giorgio Durante

Manlio Coppola -Biologo nutrizionista-

La comunità scientifica indica nel fumo, nell’alcool, nella non corretta alimentazione, nella sedentarietà e nello stress i maggiori fattori di rischio per la nostra salute.
A questi fattori di rischio sono associati, in maniera subdolamente sinergica, stati patologici acuti e cronici cause di mortalità e stati fisici invalidanti.

Tranne lo stress – di origine ambientale e soggettiva, se non secondario ma di sicuro generatore degli altri – questi fattori si possono definire derivanti da comportamenti consapevoli e, quindi, ipoteticamente controllabili.
Tale consapevolezza, infatti,  diventa flebile se si considera che i fattori di rischio possono essere condizionati e generati da situazioni di dipendenza e che gli stili di vita e le abitudini sono in gran parte modellati dalle persuasioni  dei poteri forti, finanziari ed economici soprattutto, rendendo le libere scelte delle opzioni scarsamente utilizzabili.

In questo contesto parlare e condividere tematiche legate alla alimentazione non pare affatto superfluo anzi può essere uno strumento utile per quelli, compresi tanti calabresi, che vanno alla ricerca di informazioni e suggerimenti che possano contribuire a controllare e ad attuare miglioramenti del proprio stato di salute.

Con corretta alimentazione – termine che potrebbe risultare astratto – si intende quello che la comunità scientifica ha indicato come equilibrio nell’assunzione di nutrienti, carboidrati – semplici e complessi, proteine e lipidi – grassi saturi e insaturi, acqua, minerali e vitamine necessari al mantenimento di una buona funzionalità corporea secondo le esigenze energetiche e strutturali dell’organismo  che variano in funzione di età, sesso, altezza, peso corporeo, attività fisica, attività lavorativa e specifiche condizioni fisiologiche quali gravidanza, allattamento, crescita.

Le patologie strettamente legate all’alimentazione sono dovute principalmente agli effetti dell’eccessivo aumento di peso corporeo che, tradotto da un punto di vista nutrizionale, vuol dire apporto calorico superiore al necessario ripetuto nel tempo (malnutrizione per eccesso).

Una strumento di misura che viene utilizzato negli studi epidemiologici ad indicare lo stato ponderale è l’Indice di Massa Corporea (IMC) o, nella lettura anglosassone, il Body Mass Index (BMI), che esprime numericamente il rapporto tra peso in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri.

(qui un utile strumento per calcolare il proprio IMC http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=135&area=Vivi_sano

All’obesità, così definita, molti studi scientifici hanno rapportato l’insorgenza di molte malattie che colpiscono vari sistemi e apparati del nostro corpo, dal sistema cardiovascolare a quello muscolare, dall’apparato gastrointestinale a quello osteoarticolare, dalla funzionalità epatica a quella renale, dalla funzionalità visiva a quella respiratoria. E non solo, l’obesità sembra coinvolgere lo sviluppo di malattie croniche neurodegenerative, di disturbi del sonno e di alcune forme di diabete e, come l’evidenze scientifiche sempre più confermano, di alcune forme di cancro.

Secondo i dati rilevati nel 2016 dal Sistema di Sorveglianza “Okkio alla Salute”, promosso dal Ministero della Salute/CCM (Centro per il Controllo e la prevenzione delle Malattie) [1], la percentuale dei sovrappeso e degli obesi è calata rispetto ad un decennio fa. Questa diminuzione riguarda sensibilmente le regioni del nord Italia, meno quelle del centro Italia ed è pressoché invariata nelle regioni del sud, come in Calabria per la quale si mantengono percentuali di sovrappeso e di obesi sensibilmente maggiori dei dati nazionali.
Lo stesso Sistema di Sorveglianza, riferito ai dati regionali calabresi [2] e realizzato dall’ASP di Catanzaro su un campione di bambini di 8-9 anni, riporta che “tra i bambini della nostra Regione il 4.7% risulta in condizioni di obesità grave, l’11.7% risulta obeso, il 25% sovrappeso, il 56.8% normopeso e l’1.8% sottopeso. Complessivamente il 41.4% dei bambini presenta un eccesso ponderale che comprende sia sovrappeso che obesità.”
Nello stesso report si evidenzia che “Dopo una leggera e progressiva diminuzione osservata negli anni precedenti, nel 2016 si rileva una sostanziale stabilizzazione del fenomeno sebbene l’obesità continui a mostrare un trend in diminuzione.” e tra i dati più significativi indicatori della reale consapevolezza dello stato ponderale si aggiunge che “tra le madri calabresi di bambini in sovrappeso o obesi, il 37% ritiene che il proprio figlio sia sotto-normopeso”.

Un dato che si correla ai precedenti è quello riguardante il consumo di frutta e verdura che, come raccomandato dalle linee guida dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe risultare di almeno 5 porzioni al giorno. La Calabria, anche per questo dato di assunzione di VOF – Verdura Ortaggi e Frutta, risulta carente collocandosi negli ultimi posti a livello nazionale, mentre risulta, particolare non trascurabile, ai primi posti per il consumo di snack – dati Istat, Indagine Multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”, Anno 2017 [3].

è  risaputo che la frutta e la verdura contengono una varietà di sostanze, come vitamine, minerali e altri micronutrienti, indispensabili al nostro metabolismo – in breve, l’insieme dei processi con il quale vengono utilizzati i nutrienti – e alla complessità delle nostre funzioni fisiologiche, basti pensare alle proprietà antiossidanti dei polifenoli, utili al cuore e ai vasi sanguigni grazie all’azione antiaterogena, e a quelle prebiotiche della fibra idrosolubile che, nutrendo la flora intestinale “buona”, rappresenta un determinante aiuto per la salute dell’intestino.
D’altra parte, si denunciano da più parti costi eccessivi di frutta e verdura freschi che risultano davvero proibitivi per alcune, forse tante, fasce di popolazione per le quali la scelta di cibo economico e di peggiore qualità nutrizionale rappresenta la migliore opzione possibile, con impatto negativo sulla salute.
A tal proposito, un ulteriore programma di sorveglianza sulla salute degli italiani, il PASSI – Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia [4] – nello studio sulla distribuzione socio-demografica del dato sull’eccesso ponderale nella regione Calabria, mostra una correlazione tra difficoltà economiche e persone in sovrappeso/obese.

Un dato epidemiologico così rilevante prevede uno scenario nel corso dei prossimi decenni che dovrà essere caratterizzato da manovre più incisive e più efficaci di quelle improntate nell’ultimo periodo.

L’attore più importante sarà la persona e le sue scelte alimentari, ma agli altri spetterà il compito di rendere accessibili gli strumenti con i quali la persona stessa potrà operare un’inversione nei propri comportamenti alimentari.

Per un professionista della nutrizione, al quale spetta il compito di facilitare questo processo di cambiamento in sinergia con gli altri professionisti della salute, il punto più importante sarà quello di migliorare sempre più gli approcci per poter individuare nella persona che ad esso si rivolge, il territorio più congeniale su cui suggerire la modifica della propria “dieta” – che nella sua accezione arcaica voleva dire “regime di vita”.

Alla fine di questo breve articolo, come primo invito per chi avesse già la consapevolezza di essere sovrappeso, riporto uno schema di pasto equilibrato suddiviso in 3 parti a dimensioni visive equivalenti di CARBOIDRATI, GRASSI E PROTEINE, e VERDURE.

(la misura delle porzioni è naturalmente soggettiva)

 Qui di seguito i link ai riferimenti sui dati utilizzati nella stesura dell’articolo:

 [1]
www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2929

[2]
http://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/reportregionali2016/CALABRIA%20Report%20definitivo%20Regionale%20Okkio%202016.pdf

[3]
https://www.istat.it/it/archivio/91926

[4]
http://www.epicentro.iss.it/passi/infoPassi/infoGen.asp
http://www.epicentro.iss.it/passi/pdf2015/Obesità_Calabria_2013.pdf