Nomine Asp: Squadra perdente non si cambia.

Errare è umano perseverare è diabolico

Una volta si diceva squadra vincente non si cambia, non deve pensarla nello stesso modo il Presidente della regione Calabria Mario Oliverio, che proprio in un settore, non importante ma assolutamente vitale, cioè la sanità, pensa di riconfermare la squadra perdente. Che sia perdente non lo dice solo MDC il Movimento difesa del Cittadino, associazione nazionale membro del Consiglio Nazionale consumatori ed utenti, autore della presente nota, ma è quanto emerge dai risultati della griglia Lea 2017 pubblicata dal Ministero della salute, ma soprattutto lo dice la gente che quotidianamente vive sulla propria pelle l’effetto della disorganizzazione, dell’inefficienza, del pressapochismo, dalle liste di attesa lunghissime, alle estenuanti attese nei punti di pronto soccorso, ai decessi per malasanità. Non è questo il contesto o il tempo per contestare il sistema di arruolamento del personale sanitario e parasanitario, al di là dei metodi criticabili, quasi sempre non meritocratici, nelle corsie degli ospedali è vero che si aggirano anche bravi medici e bravi paramedici, che lottano quotidianamente con la mancanza di mezzi, strutture e soprattutto pianificazione, ma si incontrano soprattutto “clientes”, sulle cui capacità meglio non proferire parola. Manca una strategia, la sanità rimane in mano di soggetti, spesse volte sottoposti ad indagini, o oggetto di servizi televisivi su media nazionali che mettono alla berlina tutto un sistema, ma sicuramente persone che hanno dimostrato nei fatti e nei risultati la propria incapacità. Lo dicono i numeri, lo dicono le commissioni di accesso, lo dicono le telefonate che riceviamo quotidianamente, lo dicono le immagini di strutture fatiscenti e dei social di persone in attesa di soccorso lasciati su barelle nei corridoi in attesa non di esami diagnostici e visite, che arriveranno solo dopo diverse ore, persone alle quali manca anche quel poco di conforto umano, quel conforto che una volta almeno era dato dalle Suore che numerose circolavano negli ospedali. Di fronte a tutto ciò ci permettiamo di invitare il Presidente Oliverio ad una riflessione che porti ad un ravvedimento, magari in solitudine se riesce a trovare un momento per interrogare la propria coscienza, lontano dal fragore del palazzo dove i suoi compagni di viaggio gli restituiscono una realtà onirica ed edulcorata, lontana mille miglia dalle vicissitudini che milioni di calabresi vivono quotidianamente e non solo per una sanità da terzo o quarto mondo.

MDC Calabria