Rosso Calabria, storia, arte e occhiolini
Rosso Calabria l’appuntamento annuale, voluto dal Presidente della giunta Regionale Gerardo Mario Oliverio, quest’anno si è presentato con una formula innovativa e dobbiamo dire a nostro parere indovinata. I musei delle 5 province calabresi, i più importanti, sono stati coinvolti prestando i loro spazi ad un altra arte quella antichissima del fare il buon vino, ma il vino era solo la cornice in realtà è stata la solita passerella degli amici del Presidente e dei componenti della sala di regia. Una lunga pletora di miracolati della politica si aggiravano nella sala incrociandosi più volte e lanciandosi in significativi occhiolini e smorfiette. In realtà di cittadini non c’è ne erano, nonostante il gran battage fatto, un’assenza significativa che dovrebbe dare la misura della popolarità di chi governa la Regione e il profondo solco sociale tra chi, e sono migliaia, godono dei privilegi di vicinanza alla politica, e i cittadini che lottano per un posto di lavoro, o per un’assistenza sanitaria dignitosa. Il vino in secondo piano insomma, si è parlato dei successi nella gestione dei fondi europei, dell’opera meritoria dei Gal, ancora ai blocchi di partenza per il piano 2014-2020 e siamo al 2019, ma tanto il carrozzone Gal va avanti, stipendi ed emolumenti a consulenti, comitati di gestione, consigli di amministrazione, amministratori delegati e presidenti, non è forse questa la mission? E alle imprese, ai territori? E no questi possono aspettare. Meno male che per chi non era interessato a queste amenità c’era l’arte, e questa, per la verità, meritava davvero.