Sinistra contro sinistra, destra contro destra, in Calabria la politica ha perso la bussola.
Sinistra contro sinistra, destra contro destra. Non è una battuta ma la fotografia della realtà della politica calabrese a circa 40 giorni dal voto per il rinnovo del consiglio regionale. Il Pd dopo lunga meditazione ha partorito il suo candidato Pippo Callipo, tutto a posto, no a posto un corno! Parte del PD Calabrese quello composto dalle truppe fedelissime all’uscente Presidenza Mario Oliverio, Nicola Adamo e Enza Bruno Bossio, si ribella alle scelte di Nicola Zingaretti il quale dopo anni di disinteresse romano verso il partito calabrese lasciato alla gestione dei dirigenti locali, onde evitare un ulteriore tracollo, visti i risultati delle ultime consultazioni, e la discutibile amministrazione dell’ente regionale, ha deciso di intervenire e mandare tutti a casa, a godersi ricche pensioni e lauti vitalizi. La cosa non è andata giù ai referenti locali che presidiavano i territori in cambio di incarichi e prebende, altro che base del partito! La voce dei territori non solo era inascoltata ma era anche edulcorata attraverso questi mediatori niente affatto disinteressati, proprio questi oggi sono in lotta contro il segretario del partito per mantenere la “pagnotta”. Molti di questi non si rassegnano all’idea di dover imparare un mestiere, visto che per lavorare è necessario conoscerne uno. E mentre la sinistra si sfalda a destra è in corso una lotta forse ancor di più fratricida, Mario Occhiuto risulta ancora convinto di essere il candidato di una destra che per più della metà non lo vuole, ma l’altra parte della destra stenta a trovare una sintesi credibile, anche se per dirla alla Salvini il prossimo governatore della Calabria sarà di destra indipendentemente dal nome del candidato. Ennesimo schiaffo ai calabresi che comunque si esprimeranno eleggeranno un candidato scelto in padania, ed è molto probabile che sia così. Sul carro di Salvini stanno salendo molte escort della politica locale che in modo precipitoso stanno abbandonando il carro di Silvio di Berlusconi ormai in disarmo. Chi invece non ha nemici interni ma nemmeno esterni dal punto di vista politico è Carlo Tansi il quale gongola per il prolungarsi delle guerre intestine altrui, l’unico a guadagnarci è lui che in mancanza di un contraddittorio credibile le suona di santa ragione e senza mezzi termini sia agli uni che agli altri. In mezzo c’è un popolo intero che è in attesa di una via di uscita, ma anche solo di una credibile speranza, un popolo rassegnato che soffre e muore in attesa di una visita medica, di una tac, di un posto di lavoro, di una casa, di un pasto e a questi che la politica invece di litigare dovrebbe impegnarsi nel dare delle risposte concrete che non siano le solite vuote promesse di sempre.