UNESCO, Il Parco nazionale della Sila e il PPAS, presentano un interessante progetto di sviluppo sostenibile.
di Giorgio Durante
Unesco Biosphere Reserve accende i riflettori sulla, Riserva Mab Sila – Parco nazionale e il PPAS, Consorzio produttori patate associati della Sila. Le due realtà calabresi su invito dell’Unesco erano presenti a Venezia tra le 11 esperienze delle Unesco Biosphere Reserve. L’occasione è stata la presentazione del progetto innovativo in agricoltura di precisione per la sostenibilità ambientale, progetto sostenuto dal Consorzio Produttori e dalla riserva del Parco della Sila.
Ricordiamo che nel 2010 il Parco Nazionale della Sila aveva avviato l’iter finalizzato al riconoscimento della riserva Man and the Biosphere (MAB), riconoscimento avvenuto durante la 26.ma sessione, che si è svolta in Svezia, nel Giugno 2014, quando il Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MAB, ha ritenuto concluso il percorso. La Sila è divenuta la 10a Riserva della Biosfera italiana nella Rete Mondiale dei siti riconosciuti dell’UNESCO. Questo importante riconoscimento è frutto di un lungo ed impegnativo lavoro svolto dal Parco Nazionale della Sila con il coinvolgimento degli enti territoriali, centri di ricerca e con diversi attori della comunità locale.
Le aree MAB in realtà sono considerate universalmente territori dove si attuano politiche di gestione innovative e nelle quali vengono proposte e attuate efficaci pratiche di sviluppo sostenibile.
Ogni Riserva della Biosfera ha lo scopo di soddisfare tre funzioni contemporaneamente, la conservazione dell’ambiente naturale, lo sviluppo sostenibile e gli aspetti educativi.
Sulla base di queste tre azioni principali, le aree MAB, a livello territoriale, sono strutturate in tre zone:
Una destinata alla ricerca per la conservazione degli ecosistemi; Una volta alla sperimentazione di sistemi di gestione delle risorse, rispettosa dei processi naturali, coinvolgendo la silvicoltura, l’agricoltura e l’ecoturismo; Un ultima di stimolo alle attività economiche volta al miglioramento delle condizioni economico-sociali delle comunità locali, nei cui territori sono presenti insediamenti abitativi, industriali ed attività agricole che operano in ottica di sostenibilità ambientale.
La Riserva della Biosfera della Sila, riconosciuta include il Parco Nazionale della Sila e si estende ad aree limitrofe non sottoposte a particolari vincoli per un totale complessivo di circa 355.000 ettari, 60 comuni e numerose altre entità presenti sul territorio e non.
Tra questi era presente, all’evento veneziano presso la sede Unesco, il Consorzio Produttori Patate Associati, che tra le altre cose produce e commercializza le ormai conosciutissime patate della Sila IGP e che oggi rappresenta una bella realtà imprenditoriale. Proprio il PPAS insieme all’Ente Parco e ad altri enti locali hanno per primi individuato e creduto che l’appartenenza alla rete dei siti UNESCO, rappresenta un valore aggiunto per l’intero territorio della Sila, e del quale ne possono beneficiare tutti gli attori coinvolti e le comunità locali.
Ma è proprio il progetto presentato dal PPAS a Venezia e che ha trovato ampio consenso presso l’Unesco, a tracciare un percorso di sviluppo sostenibile, introducendo sistemi agronomici innovativi come l’agricoltura di precisione volta alla gestione attenta delle risorse idriche e non solo per finire a metodi di coltivazione ecosostenibili finalizzati pure alla sicurezza alimentare.
I territori interessati dal piano di gestione della Riserva MAB della Sila hanno già dimostrato, di saper reagire positivamente anche agli stimoli provenienti dall’utilizzo delle misure del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria.
le Riserve della Biosfera MaB rappresentano in realtà dei veri e propri laboratori di sviluppo sostenibile integrato, e che per le istituzioni e le sue comunità sono un’occasione di partecipazione agli atti programmatori finalizzati allo sviluppo del territorio in un’ottica di sostenibilità.
In tale contesto si prospettano occasioni di sviluppo dell’area vasta, collegata a metodi di gestione delle attività agricole ed agroindustriali integrate e multifunzionali, insieme alla crescita di quelle politiche dell’accoglienza finalizzate ad offrire pacchetti integrati che vanno dal turismo rurale allo sviluppo di iniziative che integrano le produzioni agricole di qualità con altri elementi quali la cultura, la tradizione, l’ambiente naturale e soprattutto l’enogastronomia, che nell’insieme costituiscono la base di una vera offerta di vacanza esperienziale, e della quale anche la pratica della transumanza, ora pure riconosciuta come patrimonio immateriale dell’Umanità completa il ventaglio delle aspettative e delle istanze del viaggiatore più esigente.