A Gerace per la giornata di spiritualità dei catechisti organizzata dall’Ufficio catechistico diocesano.

di Marilia Argentino

Venne scelto il caratteristico borgo medioevale di Gerace per trascorrere, in data 25 giugno 2017, la giornata di spiritualità dei catechisti operanti nell’ Arcidiocesi di Rossano-Cariati. Ad accompagnare il nutrito gruppo c’era don Maurizio Biondino che adempì egregiamente al suo ruolo di guida spirituale. La giornata si rivelò una preziosa occasione per creare amicizia e spirito di gruppo tra i catechisti delle varie parrocchie. Decisamente azzeccata la scelta di Gerace, cittadina profondamente religiosa, a cominciare dall’origine etimologica del suo nome: pare, infatti, che esso derivi da quello della Diocesi di Locri, dedicata a Santa Ciriaca. Gerace era conosciuta anche come “il paese delle 101 campane”, benché le chiese fossero perfino di più. Ora le chiese presenti sul territorio geracese sono “solo” 27, a seguito dei crolli provocati dal terremoto del 1783.

Partiti intorno alle sei del mattino, l’arrivo a destinazione fu allietato da un divertentissimo giro turistico in trenino, per le strade del borgo, sin dal Calvario a cinque Croci (tante quante sono le strade principali della città) fin sulla parte alta, nei pressi del centro storico. Degna di nota la visita guidata nella Chiesa di San Francesco d’Assisi, dichiarata, assieme alla Cattedrale, bene architettonico di interesse nazionale. La chiesa rappresenta, difatti, uno dei meglio realizzati monumenti in stile gotico della Calabria, nonché una delle più importanti tra le strutture degli ordini mendicanti nell’Italia meridionale. Fu molto emozionante immergersi nella memoria del lavoro meticoloso svolto dagli artigiani del passato che, con lodevole pazienza, e senza l’ausilio delle tecniche moderne, realizzavano le loro opere soltanto grazie ad un immenso talento e ad una profonda passione. Ne è un ottimo esempio l’altare della Chiesa di San Francesco, in marmo intarsiato decorato con elementi fitomorfi, zoomorfi e paesaggistici, intrecciati tra loro. E dietro l’altare, ecco il sarcofago funebre del guerriero Nicola Ruffo, sul quale vegliano Santa Maria de Jesu affiancata da un lato da due angeli, e dall’altro lato dai santi Pietro, Paolo, Elena e Caterina.

Ci si recò successivamente a visitare la piccola Chiesa del Sacro Cuore, riedificata nel secolo XIX, grazie all’intervento della Confraternita del Sacro Cuore, dopo i danni causati dal precedente sisma.

In tarda mattinata, don Maurizio Biondino celebrò la Santa Messa nella Concattedrale di Santa Maria Assunta. Alla Parola del Vangelo e all’Omelia del sacerdote seguì la Preghiera dei Fedeli, con la massiccia partecipazione dei catechisti presenti in Assemblea, ognuno dei quali fece richiesta al Signore della protezione della comunità diocesana e della perpetua possibilità di migliorarsi nel servizio della catechesi.

Potemmo ammirare la Cattedrale in tutto il suo splendore. Tanto imponente l’esterna architettura in stile romanico-normanno, quanto magnifica la sua struttura interna, con tre grandi navate, due file di colonne, alcuni monumenti funerari tra cui la cappella gotica del SS. Sacramento, e il meraviglioso altare in stile barocco. All’interno della Basilica, vi è anche la statua di S. Antonio del Castello, monaco basiliano e patrono della città. Infine, particolarmente suggestiva la cripta, sita nella parte inferiore dell’edificio, comunicante con una serie di grotte probabilmente abitate un tempo da monaci italo-greci; fra queste, spicca la cappella della Madonna dell’Itria, alla quale si accede tramite uno splendido cancelletto in ferro battuto.

Prima del viaggio di ritorno a casa, infine, sostammo in un delizioso ristorantino geracese, dove potemmo gustare i prelibati piatti tipici della tradizione enogastronomica calabrese.