Acli Terra Calabria chiede di istituire la “ Consulta territoriale dell’Agricoltura “.
Acli Terra Calabria chiede all’Amministrazione Mascaro di istituire la “ Consulta territoriale dell’Agricoltura “.
Il territorio lametino, inteso come valore e bene comune, ha bisogno di essere promosso e rilanciato nelle sue molteplici risorse e produzioni di qualità, in particolare nel settore agroalimentare e nei processi manifatturieri che esaltino insieme la qualità delle azioni di sviluppo locale. Le singole Associazioni professionali agricole, non sempre riescono a definire una strategia unitaria per rafforzare la rete di imprese e le loro produzioni, la tutela ambientale, la promozione e il progetto di marketing, la commercializzazione e internazionalizzazione, la sinergia tra produzioni, ristorazione e sviluppo del turismo. Occorre un piano di politica agricola in rete e comprensoriale tra comuni, Gal dei Due Mari, produttori, il Parco Agricolo Calabria, associazioni professionali, Ufficio Diocesano per i problemi sociali e del lavoro, esperti di marketing. Secondo le Acli Terra Calabria, lo strumento più idoneo per rilanciare il dialogo e la rete tra le imprese, vera piattaforma di base da cui far ripartire il lavoro, la sostenibilità ambientale, l’identità e la competitività del Comprensorio, è l’istituzione della Consulta territoriale dell’agricoltura. L’organismo di rappresentatività del settore primario ha lo scopo di collaborare in idee e progettualità con le Amministrazioni comunali, le imprese e le Associazioni professionali. La Consulta va vista come soggetto facilitatore, che elabora proposte di sviluppo, per creare nuove forme consortili-cooperativistiche per rivitalizzare e ripensare il comparto da fattore di sviluppo locale a vettore di sviluppo in un’economia regionale e nazionale. Nelle azioni prevalenti della Consulta rientrano: la creazione di un marchio identitario-comunitario del lametino regolamentato; la messa in rete delle aziende agricole per la partecipazione a fiere regionali e nazionali, l’educazione alimentare e del rispetto dell’ambiente, la salvaguardia sostenibile del territorio, politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico. Programmare anche, nello spirito della Laudato Sì, un piano straordinario di piantumazione di alberi in area urbana diffusa, a partire dai quartieri periferici della città ed in tutti i comuni del comprensorio. In buona sostanza la Consulta deve essere un presidio di proposta e di tutela, quando occorre di denunzia per la tutela del territorio. Occorre essere vigili sulla costruzione di un nuovo stile civico e civile. Non servono pensieri futuribili, bisogna decidere oggi con scelte concrete per far coesistere un’economia sostenibile per buone occasioni di lavoro. Attenzione particolare dovrà essere dedicata alla programmazione e la stesura di obiettivi strategici, anche rispetto ai Fondi europei, finalizzati alla nascita di filiere e distretti territoriali, a partire dalle aree montane e collinari: filiera dell’olio, della comunità dei grani antichi, della vitivinicoltura, della biodiversità, del cibo, dell’agriturismo. Processi che bisognerà intrecciare e ricostruire per un’economia territoriale-comprensoriale forte e competitiva. Alla base di tutto bisogna sostenere le competenze dei nuovi giovani imprenditori agricoli attraverso la programmazione di piani formativi in agricoltura. Una Consulta per azioni endogene comprensoriali, ripensando un nuovo confronto con la Regione, laddove si decidono le strategie sia attraverso il PSR sia nel confronto con le strategie nazionali. A partire dall’emergenza dell’olivicoltura e olio d’oliva ” che è la prova della necessità di un luogo dove il confronto permanente diventa progetto per decidere e superare i problemi.