Amministrative per Cosenza, lettera aperta al tavolo del centrosinistra.
Lettera aperta al tavolo del centrosinistra
Ormai siamo arrivati al rush finale di una vicenda che ci ha visti protagonisti nella ricerca di un cambio di passo per le amministrative di Cosenza, e ancora siamo in una situazione di impasse imbarazzante. Purtroppo il modello che avevamo immaginato, basato sul dialogo tra diverse anime di questa città, è naufragato dopo le dimissioni di Marco Miccoli da commissario del Pd, lasciando il posto alla solita ridda di nomi e schieramenti più o meno supportati da aggregazioni di sigle artificiali, se non addirittura artificiose. Per quanto ci riguarda il modello non aveva solo un significato di capacità di dialogo e inclusione fra forze eterogenee ma una visione nuova di città che potesse segnare una discontinuità vera con il passato sulle politiche tale da invertire le priorità. Non più una città d’immagine da copertina ma progettata per affrontare i problemi di marginalità diffusa di intere aree ormai irrimediabilmente degradate e con la capacità di proiettarsi sul territorio di cui fa parte. La sua posizione di città fluviale richiede necessariamente una politica attenta di contesto e confronto con tutte le altre realtà del bacino del Crati. In questo soprattutto avrebbe avuto senso la mia candidatura, nata quasi per caso, nel tentativo di rompere con gli schemi di una città piegata su se stessa e ancora ostaggio della sua borghesia sempre arroccata su questioni di interessi, non sempre legittimi, e che perpetra logiche legate a famiglie politiche ormai in decadenza. Una tale narrazione avrebbe avuto la necessità di essere spiegata e supportata da un ragionamento coraggioso e trasversale, necessariamente fuori dagli schemi classici, che potesse imbastire un ragionamento aperto e di prospettiva soprattutto accogliendo quel territorio che circonda Cosenza e che ancora è visto estraneo dalla miopia della classe politica di questa città. Voglio ricordare a tutti voi quanto sia ampio l’esodo dei paesi intorno a Cosenza e quando stia strutturalmente cambiando la popolazione con il fenomeno paradossale di cosentini da generazione che abitano Rende mentre la città bruzia cresce grazie a nuovi residenti non autoctoni. Tutto ciò avrebbe avuto necessità, dicevo, di un’ampia narrazione e per noi di Progetto Meridiano il solo pensiero ci trasmetteva energia ed entusiasmo per un soggetto politico che, ancorché giovane, racchiude in sé un grande bagaglio di esperienze dei soggetti che vi partecipano e, come abbiamo scritto a suo tempo, ha prodotto in un confronto al suo interno una proposta organica per affrontare il governo di questa città. Inutile dire che l’entusiasmo è andato via via scemando dal momento in cui si sono innescate le logiche di cui sopra e quello che immaginavamo come modello è diventato altro. Per quanto mi riguarda io avevo dato la mia disponibilità alle persone che compongono Progetto Meridiano che, bontà loro, ritenevano potessi incarnare questa idea di governo. Il mio percorso politico, per il bagaglio di esperienze che mi hanno formato, è nato in un contesto ampio con le ultime elezioni regionali e doveva continuare in questa direzione. Non vi nascondo che l’idea di misurarmi sulle amministrative di Cosenza mi affascinava e avrebbe rappresentato l’ennesima sfida nella mia vita alle quali ormai sono abituato. Senza alcuna pretesa di essere migliore degli altri avrei messo a disposizione tutta la mia esperienza e le mie relazioni nel tentativo di invertire la rotta, operazione necessaria anche se non sufficiente, verso una nuova idea di città. Come ebbi a dire qualche tempo fa non una città immagine ma un’immagine di città. Credo sia ormai troppo tardi e preferisco tornare a quella dimensione di partenza tanto che ieri ho dato la mia disponibilità a candidarmi nelle liste di De Magistris alla competizione elettorale per le regionali. Ciò non significa che Progetto Meridiano abbandona il campo ma, nello stesso tempo, non credo che potrà dare quel contributo di entusiasmo e coraggio che avrebbe dato in un mio impegno diretto. Mi sottraggo alla logica delle scelte sugli altri nomi perché ritengo tutte persone stimabili ma, permettetemi di dirlo, questa volta ci vuole ben altro che l’essere “per bene”, occorrerebbe una vera leadership collettiva di persone capaci di una visione e con una guida capace di innescare entusiasmo nella gente ormai stanca dei soliti discorsi. Non mi voglio soffermare qui sul ruolo che ha avuto il PD dopo l’uscita di Miccoli ma solo sottolineare la distanza siderale che rappresenta Boccia quale commissario della provincia e il ruolo mefitico degli ascari di apparato che si porteranno dietro la responsabilità delle scelte scellerate che continuano a fare più o meno consapevolmente.
Pietro Tarasi
Presidente del Comitato di Coordinamento “Progetto Meridiano”