COSENZA, IL GIP ORDINA AL PM DI FORMULARE IL CAPO DI IMPUTAZIONE NEI CONFRONTI DELLA GINECOLOGA

All’esito dell’udienza camerale dello scorso 20 novembre relativa all’opposizione promossa dalle parti offese nei confronti dell’archiviazione richiesta da parte del PM, il GIP Francesco Luigi Branda ha ordinato al PM la formulazione del capo di imputazione nei confronti della ginecologa che, oltre a essere di turno in quel drammatico giorno, era anche la ginecologa di fiducia della parte lesa.

Il GIP osserva che le indagini svolte impongono un approfondimento dibattimentale nei confronti del medico, rilevando che gli stessi consulenti del PM evidenziavano che la ginecologa, nel prescrivere il tracciato cardiotocografico – poi, di fatto mai effettuato – ne riconosceva la sua importanza predittrice, ma, allo stesso tempo, ometteva del tutto di monitorare la partoriente.

Per come si svolsero i fatti, si rammenta che, non solo non fu eseguito il tracciato, ma non venne effettuata nemmeno la semplice auscultazione del battito cardiaco del bimbo, né tantomeno vennero valutate le condizioni cliniche della giovane donna.

Il GIP, dopo aver esaminato tutta la documentazione, rileva come siano state incomplete e generiche le tesi dei consulenti del PM, che non rispecchiano un’accurata analisi del caso concreto in esame, mentre le parti offese, con il loro consulente, prof. Sergio Funicello, hanno confutato le loro asserzioni, producendo una documentazione scientifica attestante l’assoluta rarità dei casi in cui la presenza di un nodo vero conduca a morte prenatale.

Il GIP ha disposto, così, l’archiviazione per due degli imputati, in quanto non era emerso a loro carico alcun profilo di colpa (erano stati iscritti dalla Procura nel Registro degli Indagati, ma avevano preso servizio in orario diverso da quello in cui avvennero i fatti).

Si rimane, quindi, in attesa del dibattimento, che, con quella dialettica che gli è propria, condurrà certamente alla soluzione del caso.

I genitori del neonato morto, supportati dal loro legale, avv. Margherita Corriere, confidano nella giustizia e desiderano fare chiarezza sulla morte del loro piccolo Francesco, a cui è stato impedito di avere una sua vita, una sua famiglia e due genitori che lo attendevano con tanto amore.