Elezioni in Calabria. Finalmente ci siamo o forse no

E come in ogni saga che si rispetti, dopo il primo appello “agli aspiranti governatori per una Calabria più consapevole” diffuso nei giorni scorsi, è la volta del secondo appello che, in questa circostanza, mira a raggiungere “chi deve individuare gli aspiranti governatori per una Calabria più consapevole”.

Procediamo con ordine. Non siamo nel periodo estivo, quando i cosiddetti tormentoni musicali dominano le nostre ore vacanziere. Eppure, a guardar bene, l’assillo ce lo abbiamo, eccome. Chi saranno i candidati alla presidenza della Regione Calabria? È questo il mantra che oramai domina il palcoscenico della social-politica da mesi. Chi ha davvero il legittimo ruolo, al netto dei cittadini-spettatori, di poter indicare l’imminente protagonista della campagna elettorale per il rinnovo del governo regionale?

Partiamo dal centrosinistra o, quantomeno da ciò che ne è rimasto. Il suo massimo azionista, il Partito Democratico, sembra, oramai, convinto nell’abbracciare anche in Calabria, nonostante l’infausto epilogo elettorale in salsa umbra, l’attuale alleanza di governo, sostenendo, costi quel che costi, un candidato di ispirazione grillina. Una scelta, portata avanti con più persuasione dello stesso movimento 5 stelle poiché “condizionata” dal rischio di poter ricadere, in caso di un inconcludente giro di boa, nella morsa contaminante del governatore uscente, Mario Oliverio che in molti danno per “fuori dai giochi” ma che, da oltre 400 giorni, sta battendo in lungo e in largo la terra di Calabria per riottenere la fiducia dei cittadini-elettori.

E chissà se questa volta, nonostante l’idillio a rendimenti decrescenti con i calabresi, il fato oltre ai ritardi accumulati dai suoi potenziali concorrenti, gli saranno propizi.

In casa grillina c’è poco da aggiungere, trovandosi davanti ad un trivio: correre in solitudine ma con una candidato “duro e puro” (vedi Nesci o Morra), chiedere il voto ai calabresi insieme all’establishment del Partito Democratico (vedi Graziano e Oddati) o, infine, rinunciare completamente a proporre liste e programmi (vedi non fare alcunché).

E in casa del centrodestra? Partita ancora tutta aperta, ma ritengo che, alla fine, possa trovare spazio l’effetto “last minute”.

Magari già entro la settimana in corso, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia troveranno la “quadra” su un nome che, tanto per capirci, in un sol boccone, cancellerà diatribe, concilierà equilibri e riaccenderà gli entusiasmi della base sociale.

Insomma, una cosa del tipo: “donne e uomini di destra di tutto il globo calabrese, unitevi”! È così, tra un agguerrito Tansi e uno speranzoso Nucera, il campanile delle elezioni segna inesorabilmente il tocco del tempo in attesa che qualcuno restituisca, almeno secondo il copione delle regole democratiche, un accenno, o se più vi aggrada, un ritorno di agibilità politica per dare ufficialmente inizio alla campagna elettorale.