I danni della politica clientelare sul bilancio della sanità calabrese.
di Francesca Librandi
Per quanto il dott. Augias abbia calcato la mano nella sua critica alla Calabria, e pur se noi di Progetto Meridiano riteniamo che ci sia anche un problema antropologico nella sua disastrosa condizione, bisogna prendere atto che i danni provocati dalla gestione clientelare da parte della politica sul bilancio e sull’efficienza della Sanità calabrese sono evidenti. Sulla base di ciò il Governo nazionale, pur in presenza dei trasferimenti di competenze realizzati con la riforma del titolo V in materia di Sanità, aveva il compito di vigilare, a tutela del diritto alla salute dei cittadini e a quello dell’uguaglianza sostanziale sanciti dalla nostra Costituzione, sui livelli essenziali di assistenza. Questo, nonostante i vari commissari indicati dal Ministero della salute, non è stato fatto e si è palesata una disattenzione complice e negligente sulla questione calabrese anche da parte del Governo nazionale, il quale ha tollerato questo tipo di gestione scellerata della Sanità. Noi di Progetto Meridiano vogliamo continuare a dare stimoli al Commissario Longo e a sostenerne l’opera di risanamento. Una delle storie più emblematiche della gestione disastrosa della nostra sanità è quella della Fondazione Campanella; l’ennesima storia di una struttura privata finanziata con soldi pubblici e diventata un pozzo senza fondo di debiti. Un polo oncologico nato con una delibera di giunta dell’allora Governo regionale capitanato dal Governatore Chiaravalloti (ci chiediamo ancora se questo è avvenuto a fronte di un progetto con un piano economico che ne illustrava gli obbiettivi e con una valutazione costi/benefici), che ambiva ad essere un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, la cui gestione disinvolta e clientelare ha generato un buco di oltre 100 milioni di euro. Sono tre i Direttori generali succedutisi alla guida della Fondazione: Pietro Caligiuri, inquisito nella vicenda dei finanziamenti della 488 e messo agli arresti domiciliari, Francesco Talarico, ex direttore generale di Vibo poi rinviato a giudizio per omicidio colposo e per istigazione alla corruzione per quanto riguarda la morte della giovane Federica Monteleone e oggi di nuovo sotto il mirino della Magistratura, e in ultimo, prima del definitivo de prufundis del Polo oncologico nel 2015, Antonio Belcastro, l’uomo dalla faccia di marmo. La realtà è stata che, a parte i topini della famosa intervista al Belcastro nell’ambito della trasmissione Report allora condotta da Milena Gabanelli, di ricerca non si è vista nemmeno l’ombra ma spreco di denaro pubblico, quello si. Il fallimento della Fondazione Campanella ci riporta ai giorni nostri e all’Istituto ospedaliero universitario Mater Domini e la sua pesante situazione finanziaria finita nel mirino della Corte dei conti. Intanto rileviamo che fino a poco tempo fa il Direttore generale del Mater Domini è stato Antonio Belcastro ad evidenziare che da noi i fallimenti e lo spreco di denaro pubblico fanno curriculum diventando elementi premianti. La perdita totale della Mater Domini è di € 101.786.696, 99 nei quali vanno considerati anche i crediti non più esigibili vantati nei confronti della Fondazione Campanella. Tra i pastrocchi che poi vengono fuori in queste strane commistioni tra pubblico e privato c’è da segnalare che La Mater Domini nel 2015 non è stata ammessa alla procedura di concordato insieme agli altri creditori per il fallimento del Polo oncologico in quanto sono escluse dal voto le società sottoposte a comune controllo da parte dell’ente controllante, nello specifico coincidente con la Regione Calabria, che controlla sia la Fondazione debitrice che l’azienda Mater Domini. Nonostante questa situazione fa veramente specie che si continui con Reparti “doppioni” e sovrapposti, quindi doppi incarichi e ruoli che oltre a rappresentare costi manifestano inefficienze. D’altronde anche la politica campanilistica è un problema se consideriamo l’anomalia di due strutture di Cardiochirurgia presenti a Catanzaro e nessuna a Cosenza; quando si diventa Governatori di una Regione si deve governare per tutti i cittadini e non per favorire solo la propria comunità d’appartenenza perché la contribuzione in termini di tributi non è di parte. Noi di Progetto Meridiano riteniamo urgente togliere le nomine dei Dirigenti della Sanità dalle mani della politica e ripristinare il sistema dei concorsi e la premialità di carriere professionali ineccepibili e trasparenti.
Comitato di coordinamento Progetto Meridiano