Movimento difesa del Cittadino , il Tribunale di Cosenza riduce dell’80% i debiti di una ricorrente applicando la legge 3/2012

La legge 3 del 2012, meglio conosciuta con il brutto nome di “salva suicidi” è stata applicata dal Tribunale di Cosenza, su ricorso di una sessantenne separata e con due figli a carico. La signora assistita dall’Avv.to Roberta Capri del foro di Lamezia e responsabile della sede MDC di Catanzaro, si è vista ridotta dell’80% la sua situazione debitoria globale. La donna, alle soglie della pensione, ha fatto ricorso alla “procedura da sovraindebitamento” dopo essersi trovata in una grave crisi economica. La legge, spiega Giorgio Durante, responsabile regionale dell’Associazione consumatori MDC, prevede la possibilità per le famiglie e le persone che si trovano in difficoltà per via della forte pressione fiscale, per i mutui, i prestiti al consumo, i costi delle utenze e dei servizi comunali, di ricorrere anche attraverso gli sportelli dell’Associazione alla normativa che consente di chiedere una equa e sostenibile gestione dei debiti, ovviamente in presenza di particolari condizioni economico-finanziarie e di merito”. Spesso questa legge che è poco conosciuta è l’ancora di salvataggio di soggetti in difficoltà, difficoltà che aumentano nel momento in cui i creditori avviano le azioni esecutive che spesso hanno il loro epilogo nella vendita all’asta dell’abitazione di famiglia. La decisione del tribunale di Cosenza ha considerato la posizione della ricorrente, separata, la quale si era indebitata per poter sostenere la propria famiglia accumulando debiti con una decina di creditori, tra cui anche l’Agenzia della Riscossione, meritevole dell’approvazione del piano proposto. La stessa del proprio stipendio di circa 1.700 euro, decurtate le rate e due cessioni che gravavano sullo stesso, le restavano 60 euro per il sostentamento suo e dei figli. La situazione disperata ha trovato soluzione proprio con l’applicazione della legge 3 del 2012, merito anche dell’avvocato Roberta Capri che ha redatto un “Piano del Consumatore”, credibile, riuscendo a far emergere la piena meritevolezza (requisito essenziale previsto dalla norma ) della donna  e a farla accedere ai benefici di legge. La ricorrente ora dovrà restituire il 20% dei debiti pagando una rata, ritenuta sostenibile di 400 euro mensili per circa 9 anni senza rischi di pignoramenti o altre azioni esecutive.