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Una manifestazione che lo stesso organizzatore ha l’ambizione di richiamare ai riti e ai nobili valori della Festa dell’Indipendenza albanese – che si svolge a Tirana il 28 novembre di ogni anno, ndr -, ma che si presenta come una limitata riproposizione dell’evento in salsa calabrese, oltre ad essere promossa come parte di un progetto di sviluppo economico, sociale e culturale a cui partecipa tutta l’Arbëria d’Italia. A tal proposito, il Movimento Federativo delle Minoranze Linguistiche “Nuova Arbëria” chiede alle istituzioni patrocinanti, agli organi di stampa e a tutti i soggetti interessati, di fare una veloce ricognizione tra i Comuni arbëreshë calabresi e di altre regioni italiane per scoprire se è tutto così per come viene indicato sugli organi di comunicazione della manifestazione. Quella di Spezzano Albanese, su cui si attende anche di conoscere a riguardo il pensiero del Sindaco, è una manifestazione che il Movimento bolla come «operazione affaristica coperta da becero folklorume, finanziato con soldi pubblici». Una durissima presa di posizione a cui fa seguito un rilancio netto: «si destinino adeguate risorse al riconoscimento dei diritti garantiti alle minoranze linguistiche storiche rimasti finora disattesi». «Abbiamo appreso da vari canali che a Spezzano Albanese è in programma una manifestazione patrocinata dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Cosenza e dallo stesso Comune (almeno così si legge nella locandina che si fregia dei loghi delle suddette istituzioni), in cui si vorrebbe celebrare una fantomatica Festa della Bandiera mettendo in bella mostra una bandiera farlocca che mescola in maniera irriguardosa, come fossero degli artefatti cenci variopinti, il tricolore nazionale con l’aquila nera della bandiera albanese – facendola assurgere a bandiera dell’orgoglio arbëresh (sic!). Il Movimento, che racchiude Sindaci e Amministratori arbëreshë, docenti universitari, intellettuali, giornalisti, imprenditori, artisti, operatori scolastici e culturali della minoranza albanese d’Italia, esprime tutta la sua «preoccupazione» e «incredulità» per il reiterarsi di «situazioni speculative e offensive, avallate, stando ai loghi pubblicati, anche da istituzioni, che screditano gravemente la nostra comunità minoritaria». Particolarmente critica è la presunta onerosità della partecipazione all’iniziativa per le comunità arbëreshe, tra cui alcuni Comuni calabresi e non, che avrebbero deliberato all’organizzazione la cifra di € 3.000 + IVA per prendere parte ad un’iniziativa che ha ottenuto patrocini pubblici. E proprio per questo motivo molti Sindaci avrebbero inteso di non dover partecipare, sollevando anche la legittimità di una festa che richiama certamente all’identità ma che di fondo – a sentire quelli di Nuova Arbëria – non ha alcunché di identitario! «La manifestazione come quella che si intende realizzare a Spezzano Albanese – sottolinea a riguardo il Movimento – rappresenta un’operazione che, oltre a falsare l’identità dell’Arbëria e a tentare di far arretrare pericolosamente le lancette della storia e della cultura, finisce per svilire e vanificare l’impegno straordinario profuso nel territorio dalle istituzioni scientifiche e culturali, ma anche le stesse recenti iniziative regionali che hanno finalmente attivato, dopo le necessarie modifiche statutarie, le Fondazioni regionali delle tre minoranze linguistiche storiche (arbëreshe, grecanica e occitana) – rimaste lettera morta per oltre un ventennio!». Facendo riferimento alle azioni positive e propositive degli ultimissimi anni e alle recenti modifiche intervenute, il Movimento giudica «davvero incomprensibile» come, dopo l’avvio di un «positivo processo di responsabilizzazione delle comunità minoritarie attraverso le Fondazioni regionali», si possa tornare indietro con «operazioni affaristiche coperte da un folklorume becero, che serve solo da foglia di fico per farsi un po’ di pubblicità, qui e in Albania, con inutili e dispendiose parate, continuando di fatto a negare alla minoranza arbëreshe tutti quei diritti costituzionali che le spettano, lasciando così eternamente insoluti i suoi problemi che oggi sono diventati addirittura problemi di sopravvivenza!». Netto, infine, è il dissenso sull’uso di simboli definiti «farlocchi e beceri». «Paradossalmente dopo che l’Arbëria è stata tra i pochi soggetti nel Sud monarchico a scegliere in massa la Repubblica nel referendum istituzionale, i promotori della manifestazione di Spezzano Albanese attraverso simboli farlocchi e beceri arrivano ad autoproclamarsi fautori di un fantomatico “Regnum Arberiae”, assestando con tali sciocchezze – che vengono “benedette” addirittura dal logo istituzionale della Regione Calabria – la più grave offesa che si possa fare alla nostra storia e alla nostra identità». Una polemica che smuove dalle fondamenta gli assetti democratici del Paese per rivendicare ragioni ben più importanti: «Diciamo basta a queste fandonie e a questi mestatori e chiediamo che invece di sperperare i soldi pubblici per sostenere iniziative affaristiche che offendono la nostra comunità, si metta mano ad una legge regionale davvero seria ed innovativa e che si destinino adeguate risorse al riconoscimento di quei diritti garantiti alle minoranze linguistiche storiche dallo Statuto della Regione Calabria, ma rimasti sinora disattesi per l’inadeguatezza della L.R. 15/2003. E che si applichino finalmente alle stesse, anche nella nostra Regione, quei diritti pure previsti dalla legge nazionale di tutela n. 482/1999 ed efficacemente operativi per altre minoranze che hanno la fortuna di essere dislocate nelle regioni del Nord, a partire dalla effettiva didattica delle lingue minoritarie nella scuola primaria e dal riconoscimento del diritto di rappresentanza politica a ogni livello».
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12 Febbraio 202013 Febbraio 2020 Redazione MDC, Nduja di Spilinga, Salumi di Calabria DOP, Stefania Rota

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