Calabria, elezioni regionali 2020 un’occasione unica.

Elezioni regionali 2020 un’occasione unica per rinnovare la classe dirigente dopo 50 anni di pessimo regionalismo.

di Giorgio Durante

Il regionalismo compie 50 anni, è tempo di bilanci anche se il cittadino calabrese le sue deduzioni, dati alla mano le ha iniziate a fare già da un decennio. Il segnale è il sempre maggiore disinteresse per l’istituzione regione, sono ormai lontani gli anni “70 quando oltre l’80% dei calabresi  partecipavano alla consultazione per l’elezione del primo consiglio regionale per finire al misero 44,07%  del 2014 rispetto al 59,26% della consultazione precedente. Complice una legge elettorale che favorisce in modo abnorme lo schieramento che si afferma anche con un solo voto di scarto, lo ha spiegato bene più di una volta Walter Nocito Professore Unical, esperto costituzionalista, il quale ha fatto appello affinché lo schieramento vincitore delle prossime elezioni metta mano alla norma, armonizzandola anche con lo statuto regionale. E’ anche vero, però che gli effetti aberranti della legge in vigore non si sono ancora mai potuti misurare perchè alle elezioni del 2014 Oliverio si è affermato con oltre il 61% dei suffragi. Queste elezioni molto probabilmente saranno il laboratorio ed il vero test degli effetti della legge elettorale in vigore. I due schieramenti si fronteggiano infatti con scarti di poco più di una cifra decimale, e con due candidati alla presidenza che sono delle vere e proprie incognite Carlo Tansi, noto disturbatore dei faccendieri e dei manovratori, con la sua lista Tesoro Calabria spesso volutamente dimenticato nei sondaggi o dato sotto la soglia del 4%  ma che realisticamente viaggia abbondantemente sopra la percentuale del 10% più o meno alla pari del candidato 5 stelle Aiello, stimato economista e professore Unical, che sconta però tutti gli errori di un movimento che ormai viaggia molto distante dalla base che ne aveva determinato la sua stessa genesi. I candidati dei due schieramenti più accreditati per contendersi il governatorato, Callipo e la Santelli dovranno spartirsi il rimanente che non è poco. L’elemento vero di novità di queste consultazioni è la presenza massiccia della società civile all’interno delle liste, molto di più nelle liste di Callipo ma anche in quelle dello schieramento di centro destra, come Madeo noto imprenditore di origine arbëreshë del settore agroalimentare, in campo con Fratelli d’Italia, Piacentini e Pietro Molinaro ex Presidente Coldiretti regionale, accreditatissimo candidato della Lega. Callipo, anche lui conosciutissimo imprenditore, investito direttamente da Zingaretti con la finalità di arginare la frana che ha travolto il PD, dovuta ad un pessimo quinquennio di amministrazione per mano dei vecchi arnesi del partito,  finiti quasi tutti nelle diverse inchieste in corso e molti salvati solo dalla prescrizione nei numerosi processi che si sono svolti a loro carico; ha pescato a piene mani nella società civile, da Michele Albanese ad Attinà, ad Anastasi, a Muraca mentre nella circoscrizione nord Pietro Tarasi animatore dell’associazionismo di successo in Sila e presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione della patata della Sila IGP. Inutile sottolineare che sia nelle liste di Tansi che in quelle del movimento 5 stelle la totalità dei candidati viene dalla società civile, Tansi dalla sua ha optato per figure con competenze tecniche specifiche, vedi il medico chirurgo d’urgenza Adolfo Antonio Rogano rientrato dalla Francia per dare il suo contributo nell’Ospedale di Cosenza, e poi geologi, architetti e altri.  Una società civile prestatasi ad arginare una deriva autodistruttiva di una classe  politica  quella calabrese con caratteristiche autoreferenziali e consociative quasi uniche in Italia che di fatto rappresenta un perverso coacervo di interessi trasversali ai limiti e qualche volta oltre la legalità. Le inchieste degli ultimi trent’anni, compresa l’ultima di Nicola Gratteri, passando per Luigi de Magistris ne sono la conferma, non tanto in termini di sentenze di condanna ma come rappresentazione di un sistema Calabria. Quando il sistema diventa potere e controllo delle istituzioni, anche quelle più alte,  e dei diversi organi dello stato, è difficile giungere a sentenze.  Società civile a parte a Callipo forse è da imputare, che nonostante abbia avuto ampia delega, non ha portato a compimento la missione dell’azzeramento dei candidati appartenenti alla vecchia nomenclatura del PD e ha consentito l’inserimento di teste di legno che servilmente dovranno rappresentare gli interessi degli esclusi, gli elettori tranne le solite truppe cammellate in piena mobilitazione, avrebbero gradito un Callipo più impavido. Coraggio che è mancato anche alla candidata presidente del centro destra Iole Santelli, nel non frenare il travaso di transfughi dell’attuale governo regionale verso i ritenuti più sicuri porti del centro destra, e nel non sbarrare la strada ad impresentabili, che comunque costeranno in termini di perdita di preferenze, siamo certi che i calabresi avrebbero preferito volti nuovi e sorridenti come quelli di Rosaria  Succurro, attivissimo assessore alla Comunicazione – Turismo – Marketing territoriale  del comune di Cosenza.   Questa del 26 gennaio 2020 è un occasione unica per la Calabria e forse anche l’ultima per rinnovare l’intera classe dirigente che dati alla mano ha ridotto questo territorio pieno di risorse endogene quasi uniche al mondo l’ultima regione d’Europa dove si continua a morire di malasanità, dove si è sommersi dai rifiuti solidi urbani, per mancanza di una politica programmatoria, dove la disoccupazione ed il precariato superano le due cifre decimali e dove la burocrazia regionale imbalsama pratiche e procedure. Un rinnovamento che non può partire che dall’innesto di almeno il 50% di nuovi consiglieri provenienti dalla società civile, agli elettori calabresi l’opportunità di farlo.