Coronavirus, la Calabria resiste.

Nonostante gli oltre 10.000 rientrati ed autosegnalati sul sito della regione, il che fa presupporre realisticamente che siano effettivamente rientrati più di 15ooo persone dal nord Italia, il numero di positivi al covid 19 sono in media 30-38 al giorno. Numero che consente alle strutture sanitarie regionali  di poter affrontare al momento l’emergenza senza particolare affanno. In questo momento sono occupate meno del 20% delle terapie intensive nella dotazione standard dei nosocomi calabresi, non essendo possibile bloccare completamente la diffusione del virus è importante, anzi vitale rallentare il diffondersi dello stesso.

E’ in arrivo un altra ondata di conterranei che viste le problematiche del nord Italia ha deciso nonostante il decreto del Governatore Santelli, che di fatto chiude i confini regionali sia in entrata, che in uscita, di far ritorno a casa. Si confida nel senso di responsabilità di quest’ultimi nel seguire in modo pedissequo le consegne dell’ordinanza del Governatore. A tal proposito Giorgio Durante responsabile regionale  dell’associazione nazionale consumatori MDC  (Movimento difesa del cittadino) nel commentare l’ordinanza della Santelli precisa che mai come in questo momento è necessario attenersi alle prescrizioni, dell’ ISS e dell’Oms Innanzi tutto rientrare solo se è strettamente necessario e solo per valide ed inderogabili ragioni, registrarsi immediatamente al sito della regione ed avvertire le autorità dell’intenzione di rientrare, ovviamente il rientro è possibile in assoluta assenza di sintomi, con obbligo di quarantena. Continua Durante di MDC, auspichiamo che nelle nostre stazioni o aerostazioni ci siano delle unità mediche per i prelievi onde effettuare i test urgentemente comunicando l’esito, attraverso messaggio, all’arrivato, il quale è obbligato in ogni caso alla quarantena. Il responsabile regionale MDC  ricorda alcuni comportamenti da tenere per salvaguardare la propria e l’altrui salute: evitare all’arrivo contatti e saluti con congiunti o amici, l’unico spostamento consentito è verso la propria abitazione, dove deve essere predisposta una camera ed un bagno dove trascorrere in solitudine assoluta le due settimane canoniche. I pasti vanno lasciati fuori dall’uscio e vanno ritirati dalla persona in isolamento solo dopo che chi ha portato il vassoio si è allontanato, utilizzare il telefonino per sincronizzare le azioni. Il bagno deve essere stato dotato in precedenza di tutti i presidi medico chirurgici  adatti a fronteggiare il virus, alcool, santificatori, guanti monouso, lavatrice ecc ecc.  Questo è l’unica modalità possibile per poter ritornare a casa dai propri familiari. Le regioni meridionali, a parte qualche area metropolitana ha una densità abitativa bassa, questo aiuta a rendere difficile la circolazione al virus , favorita solo, nei casi conclamati, da alcuni comportamenti sconsiderati di singoli, nella quasi totalità provenienti dalle zone rosse del nord Italia. Solo riuscendo a tenere il virus al di sotto del cosiddetto coefficiente R1 sotto l’unità probabilmente il contagio si spegnerà da solo, questa è la ragione per cui la Calabria al momento resiste. Il diffondersi di un’epidemia dipende soprattutto dal tasso di riproduzione, indicato con la lettera R e con un coefficiente numerico. R0 dove il  numero rappresenta la cifra delle persone a cui un individuo infetto può trasmettere la malattia. Se ad esempio R è 3, significa che in media, ogni contagiato genererà 3 nuovi casi. Questa è la situazione attuale della Calabria, e con questi numeri si può fronteggiare il pericolo, il modificarsi di tale parametro verso valori superiori a 1 sarebbe una vera e propria iattura, in una regione dove come ha peraltro dichiarato la neo Governatrice non è pronta ad affrontare un epidemia diffusa, per mancanza di macchine per l’assistenza respiratoria. Non resta ai calabresi che sperare in una lenta e regressiva diffusione del virus, e questo dipenderà soprattutto dal comportamento dei singoli e dalla reazione delle comunità.

P.S. il DPCM del 22 Marzo, appena pubblicato al punto b precisa: E’ fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; conseguentemente all’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 le parole “. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” sono soppresse;