In ricordo di Gianni Mura

In ricordo di Gianni Mura

In questi giorni di reclusione forzata, dove il pensiero del cibo si muove come un’altalena tra la voglia di fare e degustare e l’incubo dell’ingrassare a dismisura, arriva come un fulmine a ciel sereno la scomparsa di Gianni Mura uno dei grandi vecchi del giornalismo italiano figlio di una “Milano da bere” che, come lui ricordava, aveva come suo maestro quel monumento giornalistico di Gianni Brera che si rifà alla gastronomia più autentica della Milano delle osterie e delle trattorie quelle per intenderci frequentate con Beppe Viola, Enzo Jannacci Giorgio Gaber etc etc etc. Ci lascia all’età di 74 anni colto da un attacco cardiaco presso l’ospedale di Senigallia in provincia di Ancona dove si trovava in convalescenza “al mare” e dove era da poco ricoverato perché il suo cuore faceva le bizze. Con Gianni Mura se ne va l’impostazione antica della penna che scrive per la carta stampata, lontana dalle presenze televisive e dai salotti troppo spesso trasformati in cucine improvvisate. Amante del ciclismo e fine narratore di eventi sportivi memorabili, a noi piace ricordarlo per la sua passione per il buon bere e il buon mangiare. Quando chi scrive si cimentò negli anni passati nella stesura del progetto di marketing territoriale che poi prese forma nella guida “Ristoranti e monumenti Calabri e Lucani”, pubblicata nel 2011, con grande modestia, si ispirò all’approccio che da anni Gianni Mura insieme alla moglie Paola con straordinari racconti ha fatto nella rubrica “MANGIA E BEVI” pubblicata all’interno del magazine “Venerdì” di Repubblica. Lontano dagli stereotipi moderni fatti di tecniche e di nouvelle cuisine, Gianni Mura raccontava in maniera strabiliante profumi, sapori, e dettagliata descrizione di quel gigantesco giacimento gastronomico che è racchiuso nei prodotti di eccellenza italiani che degustava, settimana dopo settimana, senza sosta e con lo stesso entusiasmo. Da girovago per sport, al seguito delle carovane del tour e del giro d’Italia, conservava la minuziosa e mai banale descrizione dei luoghi e dei prodotti, lasciandoti sempre con l’acquolina in bocca. È anche capitato, anche se di rado Mura si spingeva nel profondo Sud, di seguire le sue segnalazioni trovando sempre autenticità e sincerità nell’accoglienza di trattorie e ristoranti e cucine di altissimo valore. Ci mancheranno le descrizioni degli osti, dei tovagliati e dei piatti che non tradivano mai un autentico amore per i prodotti della terra, del mare, e della buona cucina.

Andrea Vulpitta