Nicola Gratteri: “Tra fughe di notizie, ed il boicottaggio di certa stampa”

Noi non siamo la grande stampa, da calabresi sappiamo cosa significano le parole di Gratteri, ma ci sorprende ancor di più l’eco che dà la stampa a chi pure avendo una storia politica criminale, ma solo perché nelle grazie dei poteri forti legati ad ambienti massonici  e dalla legge salva politici come la prescrizione, non è in custodia alle patrie galere.  Nicola Gratteri, se lasciato solo è a rischio, con oltre 400 provvedimenti ha toccato i gangli nevralgici del sistema calabro-romano, ma questo è solo l’inizio dello smontaggio del sistema. Il sistema è stato solo intaccato ed è in condizioni di reagire anche in modo criminale. Toccò al Giudice Cordova e successivamente a de Magistris, mentre anche un altro Magistrato scomodo, Bruni lo mandano in giro per Procure non appena apre un fascicolo scomodo. Rimbombano ancora nelle nostre orecchie le parole pronunciate dall’allora governatore della Calabria, peraltro ex Magistrato,  Chiaravalloti, indagato per frode, riguardo alla sparizione dei Fondi Europei destinati alla costruzione di depuratori in Calabria nell’inchiesta “Poseidone”. Nell’ambito dell’inchiesta, fino al giorno del trasferimento del Magistrato inquirente l’allora pm Luigi De Magistris, Chiaravalloti veniva più volte intercettato mentre parlava al telefono con la sua segretaria. Nella più famosa tra queste intercettazioni propose di affidare lo scomodo pubblico ministero alle cure della Camorra: “Lo dobbiamo ammazzare… no gli facciamo le cause civili per il risarcimento danni e ne affidiamo la gestione alla Camorra napoletana… non è che io voglio soldi…”, aveva poi sentenziato riferendosi alla tutela dei suoi diritti: “De Magistris passerà gli anni suoi a difendersi”. Nonostante tutto, anche in quel caso furono migliaia le pagine trascritte, e le prove raccolte ma il sistema perverso masso-politico-ndranghetista, reagì ed ebbe la meglio. Determinante fu il combinato disposto Mancino-Napolitano. Prima ancora era accaduto a Cordova, sostanzialmente avevano individuato il sistema di governo e gestione del potere in Calabria.

Gratteri, rischia, e sono diverse le modalità di reazione di cui potrebbe essere vittima. Nella migliore delle ipotesi sarà applicata una classica regola utilizzata per disfarsi dei rompiscatole, Promoveatur ut amoveatur, ma pure tutte le altre ipotesi sono aperte. Nel frattempo siamo consapevoli, che la politica tace e la grande stampa nazionale relega a questa operazione qualche rigo in fondo ai giornali. Di solito da quì si parte per un opera di denigrazione-delegittimazione, a dire il vero già avviata da taluni elementi di spicco della politica locale, che parla di “spettacolarizzazione della giustizia”. Vorremmo però dire che la condivisione sui media di operazioni così importanti sono per certi versi garanzia per la continuazione dell’iter processuale, altrimenti a rischio di scippo, di trasferimenti, oppure ancora di  eventi ancor più ferali. La Calabria, quella che soffre, per certi versi rassegnata ed indignata, spera in questa opera necessaria di smantellamento di questo perverso sistema di potere, spera nella rottura della cappa che opprime un intero popolo, un popolo che con il tempo è pure diventato succube ed autolesionista, come fosse ipnotizzato da chi usa il suo suffragio per vantaggi personali e per conservare il sistema. Certi di rappresentare il pensiero, espresso in mille commenti, dei nostri lettori esortiamo Gratteri, resista e vada avanti, la Calabria delle persone perbene la supporta e la invita a non demordere, c’è ancora tanto da demolire per poi partire insieme per ricostruire. 

Purtroppo dobbiamo prendere atto che esiste a livello regionale una certa stampa asservita al sistema e che amplifica le elucubrazioni  appositamente rilasciate onde creare discredito nei confronti del Dottor Gratteri. Noi forti della nostra autonomia e soprattutto della nostra storia non cediamo ai ricatti ed alle minacce di chi nel passato forte di connivenze con una certa magistratura, asservita per interessi personali, ha cercato e cerca ancora di intimidirci.