Progetto Meridiano, la Sanità in Calabria necessita di competenza, tempestività e coraggio.

Ci eravamo lasciati qualche tempo fa, dopo la roulette delle varie candidature poi declinate, con la nomina del nuovo Commissario alla Sanità della Regione Calabria dott. Guido Longo.
Abbiamo da subito manifestato la nostra perplessità in quanto la storia recente ha già dimostrato che mettere un pur valido esponente delle forze dell’ordine alla guida di un comparto come quello della Sanità e del bilancio ad esso legato si è rivelato un fallimento. Questa evidenza si è palesata non solo nel caso ultimo del commissariamento Cotticelli (Generale in pensione dell’arma dei carabinieri) ma anche nella gestione delle Asp, per esempio quella di Reggio Calabria, dove i Prefetti si sono mostrati inadatti al compito di sbrogliare la complessa matassa formata da bilanci intricati, pagamenti senza richiamo alle fatture corrispondenti, contabilizzazione dello stato debitorio impossibile, riuscendo solo nell’intendo di bloccare la macchina amministrativa.
Ribadiamo quindi che oltre all’aspetto manageriale il principale requisito per la nomina di un Commissario, stante la situazione disastrosa dei conti e del mancato raggiungimento dei Lea, avrebbe dovuto essere la conoscenza del funzionamento della Sanità sul territorio, sia per aver un quadro preciso sulla questione delle prestazioni e del rapporto tra le strutture pubbliche e private, sia per realizzare quei LEA che rappresentano i requisiti minimi per la tutela del diritto alla salute costituzionalmente garantito.
Requisiti che un pur bravo poliziotto non può soddisfare se non creando una squadra (con lievitazione dei costi e dei tempi di intervento) a supporto del suo lavoro.
Dopo circa due mesi dall’insediamento, come era facile immaginare, ci troviamo di fronte al silenzio che è calato di colpo rispetto alla questione sanità e una situazione emergenziale da cui sembra impossibile uscire; questo nonostante gli enormi poteri concessi al commissario dal decreto Calabria bis e l’ingente massa di denaro messa a disposizione : 3 milioni per il servizio di assistenza domiciliare, oltre a circa 1 milione di Euro per le Usca e le centrali operative del 118.
Nulla però ad oggi, su come dovrebbero esser impiegati in termini di assunzione di personale qualificato ed efficienza delle strutture in modo che i tempi d’intervento e la qualità dell’assistenza, non solo per l’emergenza covid, migliorino sensibilmente e siano evidenti.
Sperando che il lavoro del Dott. Longo non si sia già impaludato nella macchina burocratica -amministrativa di enti in cui la mala politica ha dato il peggio di se, con nomine ed incarichi ad amici ed affini piuttosto che ai meritevoli, auspichiamo che sappia contrastare ogni tentativo (in questo confidiamo nella rettitudine e coraggio del funzionario dimostrati nel perseguire i rappresentanti delle peggiori organizzazioni criminali mafiose con assoluta inflessibilità) di condizionamento su nomine ed atti anche da parte di quei referenti politici che a Roma lo hanno voluto.
Proceda spedito dott. Longo a ridefinire, considerato il potere che gli conferisce il nuovo Decreto Calabria, la mappa della dirigenza delle Aziende sanitarie pubbliche con imparzialità tenendo conto dei curricula e senza guardare in faccia a nessuno.
Con il dovuto rispetto ci permettiamo un suggerimento: si doti al più presto di validi collaboratori che vigilino sulla trasparenza e la messa in opera di tutte le azioni necessarie ed in tempi congrui.
L’emergenza sanitaria che continua e la crisi perenne in cui versa la Sanità in Calabria necessita di tempestività e coraggio.
Dott. Longo, faccia presto perché a rischiare è, oltre la sua storia di integerrimo e coraggioso funzionario pubblico, anche la speranza in lei e nello Stato da parte dei cittadini calabresi onesti e vessati che da troppo tempo attendono riposte ai loro diritti.