Sanità Calabrese, cittadini sull’orlo di una crisi di nervi.
Quattordici mesi per una visita cardiologica
“Abbiamo tergiversato molto, facciamo autocritica, ma aspettavamo che la Sanità commissariata calabrese operasse in modo da migliorare i servizi. Invece prendiamo atto dell’ennesimo flop di tutta la filiera dei servizi sanitari. Acquisiamo il dato che il Commissario Daniela Saitta, dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ha consegnato al commissario Saverio Cotticelli un documento nel quale motiva la sua decisione con le ‘condizioni ambientali che non consentono di proseguire con serenità e pienezza dei poteri lo svolgimento del suo incarico’, le sue irrevocabili dimissioni. Tutto questo mentre l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) è al lavoro negli uffici dell’Asp di Cosenza, forse per verificare se emergono, tra l’altro, anche gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei Bilanci, alla luce delle osservazioni formulate dal collegio sindacale o delle pronunce della competente Sezione regionale della Corte dei Conti“. Ma tutta la sanità regionale è in condizioni di quasi collasso. Questo è quanto afferma in una nota Giorgio Durante responsabile regionale del Movimento difesa del Cittadino associazione nazionale consumatori membro CNCU, ma il bollettino di guerra non finisce qui, durante la conferenza di presentazione del Piano Sud 2030, lo stesso premier Giuseppe Conte è tornato a parlare dell’emergenza sanità in Calabria “quello della sanità è uno dei temi più drammatici di questa terra – ha detto Conte – e il problema della sanità calabrese a livello nazionale è forse quello più grave. I livelli essenziali di assistenza (i Lea) si attestano a 132, la sufficienza è 160 drammaticamente al di sotto dea linea di sufficienza. Ormai i cittadini fruitori dei servizi sanitari o aspiranti tali, sono sull’orlo di una crisi di nervi, continua il responsabile MDC, se per ottenere la consegna di referti bisogna minacciare di chiamare i militari dell’arma dei Carabinieri, perché gli stessi, riferiscono i dipendenti del servizio pubblico sono inaccessibili chiusi dai precari che protestano, in una stanza della struttura sanitaria. Abbiamo il dovere di segnalare inoltre il pessimo funzionamento del servizio CUP, a Cosenza che vede gli utenti non sempre giovani e non sempre nel pieno delle proprie forze attendere ore per arrivare allo sportello, i tempi di attesa sono infiniti e spesso capita anche di subire la beffa della chiusura dello sportello per il sopraggiungere dell’orario di chiusura, con la conseguenza di riprovarci un altro giorno. Per non parlare poi dei tempi delle liste di attesa per un esame diagnostico o una semplice visita cardiologica si superano i 12 mesi, possiamo documentare che per una visita cardiologica occorrono 14 mesi, questo senza raccomandazione ovviamente. In provincia nulla cambia c’è la drammatica situazione che si protrae da mesi nel presidio ospedaliero “Guido Compagna” dell’ospedale di Corigliano-Rossano dove a parte le problematiche comuni a tutta la sanità calabrese si aggiunge quella specifica del presidio che ospita il reparto di Pediatria, nel quale sono stati nuovamente sospesi i ricoveri per mancanza di medici. Le dolenti note non finiscono qui perché, la situazione più grave si vive al pronto soccorso dell’Annunziata di Cosenza, ci arrivano sulle nostre mail, immagini che evitiamo di diffondere, di corridoi tipo Kabul dopo un attentato. Sappiamo che questa nota stimolerà la risposta di coloro che prendendo ad esempio alcuni casi di “buona sanità”, una definizione che non dovrebbe neanche esistere, diranno che vi sono anche delle cose che funzionano, non lo mettiamo in dubbio, afferma Durante ma in sanità l’efficienza e la buona sanità deve essere considerata la norma, guai se così non fosse è comunque questo attiene alla professionalità di medici e paramedici. Cittadini di una regione che appartiene all’Italia ed all’Europa, non meritano tutto questo, non sono serviti i manager pubblici di nomina politica, non sono serviti i commissari con le stellette, o provenienti per la loro alta professionalità da altre regioni. Hanno fallito tutti, i calabresi non chiedono di costruire un ospedale in dieci giorni, perché sappiamo essere impossibile anche in dieci anni, ma un ampliamento di un pronto soccorso ed un efficientamento dei servizi sanitari questo si è un dovere e soprattutto per chi l’avesse dimenticato, questo è un diritto riconosciuto dalla Costituzione italiana definendolo un diritto fondamentale dell’individuo (Art. 32).
Gpa Press