Tarasi, lettera aperta a Pippo Callipo

Caro Pippo
Ho appena saputo della tua decisione di lasciare l’incarico da Consigliere e me ne dolgo. Ho provato a capire leggendo il comunicato le tue motivazioni e mi sento con te umanamente solidale. Mi rendo conto che oggi misurarsi con il governo della cosa pubblica, e soprattutto da componente dell’assemblea, non è cosa agevole. I meccanismi che sottendono all’esercizio della rappresentanza ormai sono snaturati e decostruiti in una gestione che Zagrelbesky definisce “dell’esecutivo”. Confrontarsi con l’assemblea è fastidioso, fa perdere tempo, non si attaglia al consumismo della politica e ancora meno alla politica dell’emergenza. Per questo motivo non sono solidale con te politicamente. Non condivido la tua scelta che ritengo personale come forse è stata personale la tua candidatura alla luce di quanto è successo oggi. Io credo che nel momento in cui si decide di fare politica ognuno di noi si deve spogliare della propria figura privata e assumerne una pubblica. Un ruolo in cui la responsabilità delle cose che si dicono vanno al di là delle proprie idee preconcette perché hanno bisogno di una elaborazione ulteriore tale da garantire il più possibile imparzialità nelle decisioni. Ciò non significa mettere da parte i propri principi etici ma le proprie convinzioni si, se frutto di pregiudizi. La politica richiede impegno e assunzione di responsabilità nei confronti della collettività che si vuole rappresentare e non può essere una decisione banale entrare o uscire dalla funzione pubblica in base alle convenienze o anche a decisioni umanamente comprensibili, ma non politicamente.Domani mancherà la tua voce e i vari Callipo, De Masi, Tarasi e altri non avranno rappresentanza. Così non l’avranno Giovanni, Antonio, Maria e Francesca. Nomi comuni che oggi penseranno che nulla potrà cambiare e ne avranno conferma grazie alla tua scelta. Ancora una volta lasciamo la parola al notabilato delle lobbies professionali che da anni occupano il potere grazie alle clientele e alle loro entrature. Ancora una volta rimane con le mani libere la politica senza un programma e senza una visione, buona solo a sbrigare “mmasciate”.Io ho condiviso con te un percorso, ho sperato che qualcosa potesse cambiare. Abbiamo messo insieme un piccolo patrimonio di consensi e speranze ed ora penso che venga mortificato dalla tua scelta. La mia candidatura ha ottenuto quel consenso puro e vero frutto della stima personale e del mio impegno e, anche se non sufficiente per essere eletto, non voglio né posso disperderlo. Dal giorno dopo ho lavorato con le persone che mi hanno aiutato nella campagna elettorale e li ringrazio oggi pubblicamente. Abbiamo costruito rete, abbiamo immaginato un progetto e abbiamo condiviso una visione. Non ho intenzione e ne posso abbandonare il campo. Nel momento in cui si sceglie di fare politica la scelta è definitiva e non episodica se non frutto di opportunismo, anche se so che ciò non ti riguarda. Ho lottato nella mia vita da imprenditore e nelle cariche che ho ricoperto senza che avessi privilegi o sponsor. Ho vissuto con dignità i miei fallimenti, tanti, e con sobrietà i miei successi, pochi. Ho deciso di lottare sempre perché la mia terra possa essere ben governata e sono deciso a continuare. Perciò continueremo ad impegnarci fino a voler costituire una nuova associazione politica e culturale che chiameremo “progetto….” per ridare onorabilità alla politica e perché questa possa tornare ad essere una scelta nobile, di servizio e luogo di idee.
Pietro Tarasi
Già candidato per IRC circoscrizione nord